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RIPRENDIMI
A cura di Maria Procopio
Regista: Anna Negri
Cast: Alba Rohrwacher,
Marco Foschi, Valentina Ludovisi, Stefano Fresi, Alessandro
Averone, Marina Rocco, Cristina Odasso, Francesca
Cutolo, Massimo De Santis, Giulia Weber, Hossein Taheri,
Leonardo Buono, Sebastiano Colla, Damiano Buono, Giacomo
Giorgio Alberti
Genere : commedia
produzione Italia, 2008
Durata 96 minuti circa.
Recensione
Un progetto di documentario sul
precariato nel mondo del lavoro si trasforma in un documentario sulla
fragilità e precarietà dei legami di coppia. Giovanni e Lucia
stanno insieme da tre anni ed hanno un figlio. Durante le riprese
Giovanni decide di lasciare Lucia e la loro vita insieme con la
motivazione che ha bisogno di ritrovare se stesso al di fuori
dei legami. Il documentario, a questo punto, si trasforma nella
costante “registrazione” dell’evoluzione dei rapporti e dei
sentimenti che animano la coppia.
Per l’ambientazione e la tecnica
utilizzata è un film che è fortemente espressione del nostro tempo
e in questo sicuramente sta la scelta della regista, Anna Negri;
tutto si svolge sotto gli occhi della cinepresa, in un gioco di
sguardi che si moltiplica: quello della regista, quello dei filmaker,
quello parallelo delle produzioni fiction e di tutto il materiale
video attorno a cui gira il precario lavoro dei protagonisti.
Questa scelta si misura con l’irrompere
di quello che è un fenomeno del nostro tempo: il guardare e
l’offrirsi allo sguardo altrui attraverso l’occhio delle
telecamere, dove, pur di farsi vedere, si è disposti a mettere in
scena anche il peggio di se stessi, in un gioco che confonde i piani
di realtà.
Ma la regista si sottrae con
intelligenza a questo rischio perverso. Perché la telecamera non è
mai violentemente invasiva, neanche nei momenti più intimi, e i
sentimenti che riprende non scadono mai nel vittimismo o nella
volgarità. C’è una sorta di delicatezza, di gentilezza nel modo
in cui i sentimenti vengono ripresi e messi in campo, per coglierne,
attraverso il gioco della fiction, il carattere di autenticità.
La telecamera, allora, come una specie
di lente di ingrandimento della realtà: sono reali tutte le forme di
precarietà nel mondo del lavoro, sono reali le forme fragili e
precarie che assumono i rapporti ed i legami sentimentali in
particolare, sono reali i modi in cui si declinano e si confrontano i
sogni, i bisogni, le aspirazioni e la ricerca di se stessi. La
telecamera sembra focalizzare soprattutto due possibilità tra le
diverse: la precarietà della vita come precarietà dell’anima con
le scelte che ne conseguono (abbandoni, instabilità, ricerca
continua di un altro e di un altrove) o, in alternativa, partire e
ripartire da se stessi, cercando di restare coerenti con i propri
desideri. Questo è quello che fanno soprattutto i personaggi
femminili, Lucia in primo luogo, che restano fedeli al proprio sogno
d’amore (a volte in forma tragica) e al desiderio di maternità,
che sia realizzata o soltanto desiderata.
Forse è questa l’immagine che la
regista vuole restituirci: figure femminili non eroiche ma eroine
della vita quotidiana che, pur nella loro fragilità, cercano di
tenere in mano i fili della loro vita e, con il loro tessere, tengono
insieme il mondo.
La regista
Anna
Negri nasce a Venezia. Diciottenne si
trasferisce a Parigi dove inizia a lavorare come assistente alla
regia. In seguito studia all'Accademia delle Belle Arti di Groningen
(Olanda) e poi va a vivere a Londra dove si laurea in cinema al
London College of printing e consegue il Master al Royal College of
Arts.
In Inghilterra realizza i suoi primi
corti che hanno vinto numerosi premi nel circuito internazionale dei
festival e inizia a lavorare in televisione.
Nel 1998 torna in Italia per realizzare
il suo primo lungometraggio “In principio erano le mutande”
che ha esordito al festival di Berlino del 1999.
Da allora ha continuato a lavorare a
Roma, sia per il cinema che per la televisione, principalmente
nell'ambito della scrittura. Nel 2007 torna al cinema dirigendo
“Riprendimi “, film prodotto Da Francesca Neri e Claudio Amendola
e presentato al Sundance Film Festival.
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